ILLECITA LA DIVULGAZIONE VIDEO DI CITTADINI FERMATI di M.Mancini

ILLECITA LA DIVULGAZIONE VIDEO DI CITTADINI FERMATI di M.Mancini

PROCEDIMENTO DISCIPLINARE E DENUNCIA PER IL POLIZIOTTO CHE DIFFONDE NELLA CHAT DI COLLEGHI VIDEO DI CITTADINI FERMATI

     di Massimiliano Mancini (massimiliano.mancini-privacy@hotmail.com) (1)

Abstract:È illecito e riprovevole il comportamento dell’operatore della Polizia di Stato che aveva ripreso un cittadino fermato che, negli uffici del commissariato dava in escandescenza, e condiviso il video in una chat WhatsApp di colleghi. A suo carico è stato aperto procedimento penale e disciplinare. 

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(1)Segretario Generale UPLI, criminologo, già comandante dirigente di Polizia Locale e Provinciale, consulente privacy per enti pubblici (Mancini Privacy Firm) e DPO esperto in DPIA.

Indice

La vicenda; Le conseguenze.

La vicenda

Un operatore della Polizia di Stato ha ripreso con il proprio smartphone privato, all’interno del commissariato di appartenenza, un uomo in stato di fermo che, in stato di alterazione psico-fisica, dava in escandescenza e al culmine iniziava a compiere atti di autolesionismo dando violenti colpi di testa a una parete di cartongesso al punto da ferirsi e, tra lamenti disperati, dichiarava di essere malato oncologico e di avere l’AIDS.

Si è sostenuto che la ripresa sia stata effettuata per “…salvaguardare l’incolumità delle persone presenti ed evitare ulteriori danneggiamenti all’immobile l’unità operativa”, dopo che era stato utilizzato lo spray al Capsycum “…presuntivamente per offrire documentazione tanto degli atti di autolesionismo quanto del contestuale danneggiamento dei beni dello Stato.”(Ministero dell’Interno nota prot. n. 555-DOC/C/SPEC/SPORD/2180/19 del 3 maggio 2019).

Il video è stato realizzato: “…su invito del capo equipaggio della pattuglia intervenuta – intento a gestire l’arrestato – da parte del secondo operatore. Quest’ultimo ammettendo la sua superficialità inviava il predetto filmato ad altro collega – in fase di individuazione – con l’intento di condividere le modalità operative adottate nel complesso intervento.” (Ministero dell’Interno, nota del 2 agosto 2019 n. 555-DOC/C/SPEC/SPORD/2180/19).

In realtà il filmato è stato condiviso in una chat WhatsApp di colleghi e poi, condiviso in rete su alcuni siti internet di informazioni.

A seguito di tale divulgazione il Garante ha aperto un’indagine urgente nei confronti dei titolari del trattamento, ossia del Ministero dell’Interno e dei titolati dei siti internet di informazione, adottando provvedimenti d’urgenza di blocco dell’ulteriore diffusione delle immagini con modalità che rendano identificabile l’interessato e che risultano altresì lesive della sua dignità.

Le conseguenze

Il Garante per la protezione dei dati personali, in data 26 novembre 2020 ha ritenuto il Ministero dell’Interno, nella sua qualità di Titolare del trattamento, la sanzione di euro 60.000,00.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha avviato un procedimento penale a carico dell’operatore che ha effettuato il video in argomento e successivamente come accertato lo ha condiviso con altri colleghi tramite “chat WhatsApp”.

Al procedimento penale si è affiancato procedimento disciplinare sensi del d.P.R. 25 ottobre 1981 n. 737 “Sanzioni disciplinari per il personale dell’Amministrazione di pubblica sicurezza e regolamentazione dei relativi procedimenti” a carico del medesimo operatore di polizia aperto dalla Questura di Roma.

 

PER SCARICARE L’ARTICOLO CLICCARE SUI SEGUENTI LINK:

202110 M.Mancini-Illecita la divulgazione di video di cittadini fermati

Provvedimento GDPD n.236 del 26 novembre 2020

 

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