L’UPLI CONTESTA I PROGETTI DI RIFORMA IN DISCUSSIONE IN PARLAMENTO

L'UPLI CONTESTA I PROGETTI DI RIFORMA IN DISCUSSIONE IN PARLAMENTO

LE PROPOSTE DI LEGGE IN PARLAMENTO HANNO UNA VISIONE SUPERATA E CONFUSA DELLA POLIZIA LOCALE

AbstractL’UPLI resta fortemente critica nei confronti dei progetti di legge in discussione in parlamento che sono tutte afflitte da una visione in larga parte superata della polizia locale e specificatamente molto confusa, per le motivazioni che sono state espresse durante l’audizione alla Camera dei Deputati dell’UPLI e nei documenti depositati. Dalla mancata previsione di un contratto autonomo alla dipendenza politica della polizia locale, dal mancato riconoscimento della peculiarità della Polizia Provinciale alla vecchia visione discriminatoria rispetto le altre forze di polizia.

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UPLI-Unione Polizia Locale Italiana. Il presidente nazionale.

Massa, li 20 maggio 2020

Spett.le
Camera dei Deputati
I Commissione-Affari costituzionali
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli Interni

Ill.mo .Sig.
SIBILIA on.Carlo
Sottosegretario di Stato Ministero dell’Interno
Palazzo del Viminale

00100 ROMA

 

OGGETTO: Posizione critica sui progetti di riforma della polizia locale in discussione in parlamento.

Signori membri della commissione parlamentare, desideriamo innanzitutto ringraziare per averci invitato come associazione professionale, il giorno 23 giugno u.s., all’audizione in videoconferenza nell’ambito dell’esame in sede referente delle proposte di legge C.242 Fiano, C.255 Guidesi, C.318 Rampelli, C.451 Bordonali, C.705 Polverini, C.837 Sandra Savino, C.1121 Vito e C.1859 Brescia, recanti disposizioni per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale.

Signor sottosegretario, avendo già apprezzato il coinvolgimento che ci ha riservato nei tavoli tecnici al Ministero, teniamo a ribadire lo spirito costruttivo e la collaborazione già iniziata con la Sua partecipazione al nostro Convegno Nazionale.

Come abbiamo già avuto modo di esprimere durante l’audizione e nei documenti che abbiamo preliminarmente depositato, le proposte di riforma attualmente in discussione (C.242 Fiano, C.255 Guidesi, C.318 Rampelli, C.451 Bordonali, C.705 Polverini, C.837 Sandra Savino, C.1121 Vito e C.1859 Brescia) sono tutte afflitte da una visione in larga parte superata della polizia locale e specificatamente molto confusa, limitandosi ad affrontare qualche antico problema con soluzioni non proprio moderne e, soprattutto, mancando di una visione concreta del ruolo e delle funzioni che si vogliono attribuire alla polizia locale nell’ambito dell’intero sistema sicurezza.

Senza alcuno spirito polemico ma esclusivamente in un’ottica di leale collaborazione, scevra da qualsiasi elemento partitico, non possiamo che esprimere forti perplessità sui progetti di legge attualmente in valutazione permettendoci di rimettere alla Vostra attenzione, in particolare, i seguenti elementi di criticità:

  1. Contratto: non prevedono espressamente un CCNL separato per la polizia locale, ritenendola ingiustamente una funzione fungibile e sostanzialmente equivalente a quella dei ruoli amministrativi e tecnici degli enti locali, quando invece un corpo di polizia non ha nulla in comune, a cominciare dai percorsi di formazione professionale e di esperienza rispetto gli impiegati d’anagrafe o i geometri degli uffici tecnici.
  2. Disparità di trattamento: non si contempla la perequazione sostanziale tra la polizia locale e le altre forze di polizia, né sul trattamento economico, né sulla previdenza ed assistenza e tantomeno sull’accesso alle banche dati, continuando a prevedere pregiudizi denigratori non solo gratuiti ma oramai intollerabili.
  3. Dipendenza politica della polizia locale: non sono previsti percorsi di carriera oggettivi e quindi si continua a ritenere la polizia locale una vera e propria polizia politica funzionale alle esigenze dei sindaci e dei presidenti delle province e città metropolitane, prevedendo percorsi di carriera e di pesatura delle performances che, inevitabilmente, risentono dei parametri del consenso elettorale che, nel campo della sicurezza, non possono coincidere con l’interesse pubblico, come ben dimostrano i numerosi casi di comandanti esautorati oppure di amministrazioni che si scusano con i trasgressori multati.
  4. Ruolo della Polizia Provinciale: non sono previsti percorsi di specializzazione per i corpi di polizia provinciale e metropolitani, per quanto concerne lo specifico ruolo nel campo della polizia ambientale, forestale, ittica e venatoria, oggi fortemente trascurato a vantaggio di bracconieri, deturpatori del territorio e piromani.
  5. Frammentazione regionale della disciplina: si continua a lasciare una inutile frammentazione regionale persino dei gradi e delle uniformi oltre che dei percorsi formativi, creando non solo disparità di servizio e professionalità ma anche un inutile carnevale di fogge di abito che ingenerano solo grande confusione.
  6. Assenza di una visione strutturale e funzionale: manca di una visione unitaria del sistema sicurezza e quindi si continua a non definire le competenze e i rapporti tra le forze di polizia nazionali e locali, come avviene in tutto il resto d’Europa, con inutili ridondanze a cui corrispondono pericolose lacune.
  7. Mancanza di integrazione della Polizia Locale nel sistema sicurezza: nella visione del 112 si continua a mantenere un approccio meramente formale all’integrazione tra security e safety e tra tutte le forze di polizia coinvolte piuttosto che imporre per legge centrali operative comuni e condivise.

Ci auguriamo che i lavori parlamentari e l’azione del Governo possano porre rimedio a un percorso di riforma che non migliora nulla di sostanziale rispetto l’impostazione della vigente normativa della Polizia Locale dettata dalla legge 7 marzo 1986 n.65-Legge quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale, vecchia non solo per i quasi 35 anni trascorsi dalla sua approvazione.

Confidiamo che si abbia, finalmente, il coraggio di adeguarsi ai modelli vigenti in Europa di ripartizione delle competenze tra il livello locale e quello nazionale della sicurezza e considerando la Polizia Locale non come degli impiegati (comunali o provinciali) che si occupino di sicurezza come di anagrafe ma come una vera forza di polizia quale è, valorizzando al suo interno anche le specificità derivanti non solo dall’ambito territoriale di appartenenza (comunale, provinciale e regionale) ma anche la naturale e tradizionale vocazione ambientale e forestale del livello provinciale.

Il presidente nazionale
Laura Crapanzano

 

PER SCARICARE IL TESTO:

2020 07 04 Posizione critica UPLI sui progetti riforma PL

 

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Socio fondatore e Segretario Generale dell'UPLI